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ROMA, 20 marzo 2010 - La Roma soffre, ma vince - qualità propria delle grandi squadre -, piega 4-2 una bella Udinese e rilancia la sfida all’Inter, ora a -4. Prova di cuore e di sostanza dei giallorossi, che non potendosela giocare alla pari dell’Udinese sul piano della manovra, per le tante assenze, hanno aspettato il momento giusto per far esprimere, e colpire, i suoi attaccanti. Qui Vucinic ha fatto la parte del leone, con una tripletta, che ha tolto le castagne dal fuoco dopo che i bianconeri di Marino erano riusciti a pareggiare. Adesso, in attesa di Milan-Napoli di domani, la sfida scudetto si fa incandescente.

ROMA CINICA — Ranieri, senza De Rossi, Mexes, Pizarro, Taddei, squalificati, e il lungodegente Totti, sceglie Cassetti a destra, con un rombo a centrocampo che ha Menez vertice avanzato dietro le due punte Toni-Vucinic. L’Udinese inizia con Pasquale a sinistra e Coda in panchina, e piazza Sanchez nel tridente con Di Natale e Floro Flores. I bianconeri mostrano personalità in avvio, cercano i lanci in profondità e fanno soffrire la Roma, il cui centrocampo è in affanno. Di Natale, Sammarco, Isla e Sanchez si muovono bene e legittimano il predominio dei friulani nei primi 15’, mentre la Roma evidenzia i preventivabili limiti di manovra. L’Udinese gioca, la Roma segna; i bianconeri mostrano un gioco arioso e gradevole, ma improduttivo, i giallorossi colpiscono con cinismo, sfruttando la grande freddezza delle sue punte. La gara si sblocca grazie a Toni, che al 15’ addomestica un pallone non facile, si gira e trova l’angolino basso sulla destra di Handanovic, forse in ritardo sulla conclusione. Sammarco, ben servito in area tira malissimo e poco dopo arriva il raddoppio della Roma: su contropiede, Vucinic è lanciato impeccabilmente verso la porta, controlla bene, elude la guardia di Zapata e segna con un bel tiro a rientrare. Il 2-0 al 24’ punisce eccessivamente l’Udinese, che si riorganizza e accorcia le distanze. Le serve un rigore per riuscirci, al 38’, segnato da di Natale e concesso dall’arbitro per una trattenuta di Brighi su Sammarco, che però pare iniziare fuori area. La gara resta aperta, con i friulani che prediligono la corsia di destra per attaccare, mentre la Roma si affida sopratutto all’estro delle sue punte cui chiede di fare la differenza la ripresa — La cosa riesce in una ripresa che si apre con un lampo di Menez, che abbaglia l’Olimpico: scatto sulla fascia, Lukovic liquidato, ma conclusione sbagliata, a fil di palo, quando ormai è a tu per tu con Handanovic. Gol mancato, gol subito: dopo un paio di tiri rimpallati di Di Natale e Sammarco, serviti su azioni in fotocopia dalla destra, versante preferito dai friulani per attaccare, è il capocannoniere del campionato che trova il 2-2. Di Natale, nell’area piccola replica in rete dopo un’azione confusa in area e si porta a quota 21 replicando all'interista Milito. L’equilibrio del punteggio corrisponde a quella del gioco espresso in campo, ma un’ingenuità di Isla compromette in un sol colpo quanto di buono costruito fin lì dall’Udinese. Un’entrata a gamba alta in area su Menez del difensore bianconero costa il rigore del 3-2, segnato da Vucinic, al 21', che spegne i bianconeri e accende la festa dell’Olimpico. Che ha ancora il tempo per spellarsi le mani in almeno tre circostanze: il 4-2 di Vucinic, su meravigliosa azione dalla destra di Menez, un altro numero del francese concluso a lato di poco e un colpo di testa di Burdisso che chiama Handanovic al miracolo. Sipario: le luci della notte accompagnano la Roma verso il grande sogno.

Fonte: gazzetta.it

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MILANO, 17 marzo 2010 - Tre fenomeni si aggirano per l'Europa, con score individuali da fare paura: Cristiano Ronaldo, Rooney e Messi. Il primo ha dovuto lasciare anzitempo la Champions, l'Inglese sta sopperendo alla grande alla partenza del portoghese da Manchester, l'argentino ci mette in più la capacità di vincere da solo le partite. Trentuno gol in stagione per Leo, 21° in carriera in Champions, e nel 4-0 sullo Stoccarda l'ennesima dimostrazione di essere inarrestabile anche con pochi metri a disposizione.

NEL NOME DI LEO - E' una sua accelerazione, partendo a destra e convergendo verso il centro, che apre la partita per il Barcellona. Azione personale chiusa al 14' da un sinistro potente sotto la traversa. E' un suo suggerimento per l'inserimento di Touré a chiudere di fatto il discorso qualificazione contro i tedeschi. Al 22' pesca Yaya in area, che serve al centro Pedro, per il secondo gol del Barça e il 17° della splendida stagione del gioiellino blaugrana. Ed è ancora Messi a chiudere sul 3-0, dopo un tacco di Alves: Messi si gira e colpisce col sinistro, Lehmann non è perfetto. Rispetto ad altre uscite, Messi agisce più al centro, e fa la differenza partendo da lì: un buon segnale anche per Maradona, che tende a schierarlo lì, come rifinitore puro.

Ibra, 65' in panchina - Guardiola sconfessa le politiche estive mandando in panchina Ibrahimovic: davanti piazza Henry centravanti, rigenerato nel ruolo in campionato in assenza di Zlatan, e Pedro a completare il tridente. Ibra, un giorno dopo il gol di Eto'o, resta seduto per 65', gli altri non fanno sentire la sua assenza. Poi entra per Busquets, riceve una buona accoglienza dal Camp Nou e nel finale manda in gol Bojan per il 4-0, con un bell'assist. La partita presto in discesa facilita il Barça, che può usare una delle sue armi migliori, il possesso palla, e corre davvero pochi pericoli. Gran gara di Yaya Touré, solito Dani Alves sulla destra, positivo anche Maxwell, che sta approfittando degli spazi aperti dall'infortunio di Abidal. Quando poi lo Stoccarda si sbilancia un po', ecco una lezione sull'arte della ripartenza e dell'uso delle fasce (specie con Pedro): i catalani escono sempre bene e arrivano ai cross pericolosi. In generale, una recita all'altezza della stagione perfetta, quella scorsa. Per l'Inter, come per tutte le altre, sarà meglio fare gli scongiuri e cercare di evitare i campioni nei quarti.

Stoccarda "asfaltato" - Lo Stoccarda esce dalla Champions e non può avere nemmeno troppi rimpianti: enorme la differenza tecnica fra le due formazioni. Per un po' la squadra di Gross prova a coprirsi e cercare un episodio, i due gol fanno saltare il piano, ma non arrivano comunque rifornimenti per Pogrebnyak e Cacau (meglio Marica nella ripresa). Manifesta inferiorità e poche sortite in attacco: Molinaro prova qualche volte a salire, con tanta corsa, ma rifinisce male e in fase difensiva tiene poco Pedro.

LE QUALIFICATE AI QUARTI - Queste le squadre qualificate ai quarti di finale (sorteggio venerdì 20 a Nyon):
Arsenal, Bayern Monaco, Barcellona, Bordeaux, CSKA Mosca, Inter, Lione, Manchester United

Fonte: gazzetta.it, tuttosport.com

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LONDRA, 17 marzo 2010 - "Non voglio che questa sia la mia miglior vittoria con l’Inter". La frase di Mourinho suona come una promessa per i tifosi nerazzurri, che venerdì (sorteggio a Nyon) conosceranno i loro prossimi avversari. Magari ne verrà una migliore, ma la notte di Stamford Bridge è destinata a rimanere nella memoria. Una serata "speciale", una serata che cancella la maledizione degli ottavi, una serata in cui arriva una vittoria esterna contro una big inglese, in Champions, in una sfida a eliminazione diretta. Se non è una primizia, poco ci manca.

IL REGISTA — Notte da eroi con premiazioni per tutti. Oscar alla regia a José Mourinho: sceglie alla grande i suoi attori, non cede ai ricatti delle aspiranti primedonne, sceglie la location perfetta nello stadio, quello del Chelsea, che lo ha fatto grande. Aggiunge al suo film il colpo di scena (iniziale) di una carica di cavalleria (tre punte più Sneijder), guida i suoi facendogli ripetere le scene finché non sono perfette.

IL PROTAGONISTA — Oscar al miglior attore protagonista a Samuel Eto’o: è come l’eroe che pare giacere a terra sconfitto. Fai in tempo a dimenticartene e lui torna nella scena clou, per "matare" i nemici. Sigla il gol vittoria, quello che toglie i dubbi, dopo una partita in cui si era fatto notare per spirito di sacrificio, facendo anche ruoli non suoi (centrocampista aggiunto).

LA CREW — Ma al successo del film nerazzurro contribuisce anche la crew. C’è l’addetto alle luci Sneijder. E’ l’olandese che accende i riflettori del gioco nerazzurro, dopo un primo momento di sofferenza, con passaggi precisi che illuminano la scena e gli attori dell’attacco. C’è il factotum Cambiasso, l’uomo che risolve i problemi, che dirige dal campo, che quando serve si ritaglia anche comparsate da protagonista (vedi il gol dell’andata). Ci sono i bodyguard Lucio e Samuel: con uomini così gli altri possono lavorare tranquilli, che a difenderli ci pensano loro, non importa quanti avversari ci siano da tenere sotto controllo. E c’è l’ex disoccupato Pandev: il regista non gli poteva promettere una parte, ma vedendo la sua applicazione, non ha potuto fare altro che piazzarlo davanti a una telecamera.

CONTINUA... — Nel complesso una prova da applausi, che rinvia la temuta scritta "The end". Ci sarà un sequel, ora non resta che tenere gli stessi alti livelli.

Fonte: gazzetta.it

Amauri K.O per un altro mese! 26/02/2010

Pubblicato da Andrea G. | venerdì, febbraio 26, 2010 | http://www.wikio.it , | 0 commenti »
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TORINO, 26 febbraio 2010

Entra Trezeguet ed esce Amauri. Non è un cambio deciso dal turnover, ma una scelta obbligata. Il quarto d’ora in campo contro l’Ajax è costato caro all’attaccante brasiliano, che starà fuori almeno 25 giorni per infortunio. Gli esami hanno evidenziato una distrazione di primo grado al tendine prossimale del bicipite femorale sinistro. Un’altra brutta tegola per Zaccheroni dopo lo stop di Gigi Buffon, che tornerà in campo tra un mese.  E’ ben il cinquantunesimo infortunio stagionale per i bianconeri.

LE GARE DI ASSENZA

Amauri infatti salterà Palermo, Fiorentina, Siena e Sampdoria in campionato, ma soprattutto non ci sarà per la doppia sfida di Europa League contro il Fulham. Un vero peccato per il brasiliano che aveva ritrovato il gol, il sorriso e la speranza di essere convocato da Marcello Lippi ai prossimi Mondiali in Sud Africa. Ora la strada per la maglia azzurra sembra sempre più in salita.

TEMPO DI TREZEGUET GOL

La Juve perde il suo secondo attaccante più prolifico, ma ritrova Trezeguet, quello che fino ad ora ha segnato più di tutti. David Trezeguet è pronto a riprendersi la maglia di titolare, forte dei suoi 8 centri su 19 presenze. La Juve fa di necessità virtù e torna all’antica: nel prossimo mese il centravanti francese farà coppia fissa con Alessandro Del Piero, almeno fino a quando non rientrerà Iaquinta, fuori almeno un'altra decina di giorni.

OCCHIO ALLE SPALLE

A difendere la Juve dopo le critiche dei mesi scorsi ci pensa poi Gigi Buffon. "Purtroppo è una sorpresa che la Juve non perda da sei partite - ironizza il numero uno azzurro -, noi eravamo abituati ad altro e il fatto che voi vi sorprendiate è offensivo. Il mio infortunio? Sono cose che capitano - commenta, tornando serio - L'importante è che la squadra abbia superato il momento di crisi profonda". L'arrivo del Zac ha ridato fiducia all'ambiente, ma Buffon non vola troppo in alto. "Vedendo le distanze che si sono in campionato rispetto alla terza e alla seconda in classifica, è meglio guardarsi alle spalle".

MANNINGER SPIEGA

Nonostante l'infortunio, il morale è comunque alto a Vinovo. Alex Manninger dovrà sostituire Buffon, altro infortunato: "All'inizio ho sofferto un po'- l'austriaco rivede la gara con l'Ajax -. Avevo bisogno di entrare in partita, ho sbagliato subito un'uscita, ma non c'entra nulla il pallone anche se è diverso da quello che usiamo in campionato, è stato solo un errore mio - spiega ai microfoni di Sky Sport 24 -. Non è facile tenere alta la concentrazione, nei primi 10 minuti avevo bisogno di ritrovarmi, dopo il rientro di Buffon non giocavo da 5-6 settimane, ma del resto il ruolo del portiere è questo, gioca soltanto uno e l'altro deve farsi.

FIDUCIA ZAC

"Avevamo bisogno di un risultato così pulito, perché ci ripaga del lavoro tattico che facciamo durante la settimana e quando non subisci gol è sempre bello", spiega Manninger che poi si unisce al coro dei consensi per Alberto Zaccheroni, il tecnico che ha sostituito Ciro Ferrara e che sta rilanciando la squadra. "Da quando è arrivato, Zaccheroni ha dimostrato tanta qualità ed esperienza - sottolinea -. E' sempre molto calmo, organizzato e ha dimostrato di essere un mister di grande livello, in questo momento ne avevamo bisogno per ritrovare equilibri dentro e fuori il campo, con lui abbiamo ritrovato la nostra forza e la nostra qualità".

MONDIALE NEL MIRINO

"Non sono preoccupato per il Mondiale, è uno stop di un mesetto, per cui mi sono fatto male nel momento giusto. E' il secondo infortunio serio della stagione? Sono cose che succedono, ma forse la Juve - scherza il portierone azzurro - dovrebbe vendermi e comprare un portiere giovane". Ieri è arrivata la qualificazione agli ottavi di Europa League al termine di una partita molto combattuta che Diego avrebbe voluto giocare fino in fondo, tanto da innervosirsi quando Zaccheroni ha deciso di sostituirlo. "Non ho parlato con Diego, non l'ho visto, ma credo che non ci sia nessun problema soprattutto quando una squadra come la nostra supera un momento delicato e viene da una serie di risultati positivi". Una battuta anche sulla corsa scudetto, secondo Buffon non si può scegliere ancora l'anti-Inter: "Milan e Roma possono dar fastidio all'Inter soprattutto se i nerazzurri continueranno ad avere impegni importanti in Europa".

 

Fonte: www.gazzetta.it, www.repubblica.it

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serie B

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Juventus- Diego

Venerdì 25/05/2010

La Juve pareggia 0-0 con l’Ajax e si qualifica per gli ottavi di finale di Europa League. Ora incontrerà il Fulham allenato da Hodgson, gara d’andata l’11 marzo, ancora a Torino.

Tante sono le buone notizie per la Vecchia Signora:  prima di tutto viene scongiurato il recente precedente di coppa contro il Bayern Monaco, quando ai bianconeri, sarebbe bastato il pareggio per proseguire in Champions League - si erano fatti spaventare davanti ai loro tifosi. Era stato un colpo così violento, che per riprendersi la Juve aveva poi dovuto cambiare allenatore. Con Zaccheroni sono arrivate tre vittorie e tre pari: e questo è il primo turno ad eliminazione diretta superato in Europa dalla Vecchia Signora dopo Calciopoli (preliminari di Champions esculsi). Le buone nuove non finiscono qui: quella di stasera è la prima partita della Juve, dopo 15 di fila, senza subire gol, la prima con Zac in panchina. Infine, Diego ha giocato come ci si aspetta da lui: da valore aggiunto, ed è uscito invocato dai tifosi dopo un’ottima partita, senza però degnare di uno sguardo Zaccheroni, che lo ha tolto a un quarto d’ora dalla fine. Certo, non è andato tutto bene: è mancato il gol vittoria, ma soprattutto è mancato in avanti Amauri, costretto a lasciare il campo infortunato dopo 15’. Il suo sostituto, il rientrante Trezeguet, è sembrato ancora lontano dal miglior ritmo partita. Per il brasiliano si tratta di un fastidio dietro a un gluteo, nella migliore delle ipotesi si tratta di sciatalgia altrimenti potrebbe esserci un problema muscolare.

GOL SFIORATI — La Juve all’Europa League ci tiene, l’Europa, anche quella di rimpiazzo, non si snobba: niente turn over, allora, Zaccheroni manda in campo miglior formazione possibile, e pazienza se domenica sera lo aspetta la gara chiave di campionato con il Palermo. La Juve gioca bene, dominando il primo tempo, in cui ha il solo demerito di non trovare il gol. Non che non ci vada vicina: ogni calcio piazzato diventa un’occasione da rete. Sissoko colpisce un palo di testa, poi le contraeree Chiellini e Legrottaglie, sempre con inzuccate in mischia, costringono i lancieri a due salvataggi consecutivi sulla linea di porta. La Juve gioca bene, meno timida del solito: i recenti risultati positivi le hanno dato fiducia. Diego svaria a tutto campo, e ha il tasto dell’interruttore fisso sull’on: fa divertire. Eppoi la Juve spinge forte a sinistra: Sissoko è in progresso, De Ceglie spesso in progressione. E Del Piero si allarga per creare la superiorità numerica dalle parti di Van der Wiel, un pezzo pregiato di mercato più bravo però a spingere che a contenere. Gli unici brividi per la Juve portano la firma di Manninger, che avrebbe fatto volentieri a meno di mettersi in mostra così. Il portiere austriaco, che dovrà sostituire per un mese l’infortunato Buffon, manca due uscite comode: sulla seconda lo sciagurato Vertonghen spara alto in mischia e spreca. Sarebbe stata una beffa. Una buona Juve chiude dunque i primi 45’ sullo 0-0, un risultato che non rende giustizia alla cifra di gioco messa in mostra dai bianconeri. L’unica nota negativa è data dall’uscita per infortunio di Amauri. L’Ajax da trasferta è sembrato infatti spaesato senza la presenza, là davanti, di Suarez, il suo attaccante più creativo, fermato da una squalifica.

ANDAMENTO LENTO — Quello della ripresa. Nella quale il ritmo cala. L’Ajax prova almeno a fare la mossa, di rientro dagli spogliatoi: è più propositivo e manovriero, ma ancora mai incisivo. La Juve ora gestisce forze e risultato, che in campionato c’è la prossima Champions, quella del 2010-2011, da conquistare. Ma intanto il primo obiettivo immediato è in tasca: la Juve avanza in coppa senza brividi, se non quelli di una serata fredda a Torino.

Fonte: gazzetta.it

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ore 18,00 Cagliari-Livorno LINK 1 - LINK 2 - LINK 3 - LINK 4

Probabili formazioni:
CAGLIARI: Marchetti; Canini, Lopez, Astori, Agostini; Biondini, Parola, Lazzari; Cossu; Matri, Jeda.
LIVORNO: De Lucia; Diniz, Perticone, Rivas; Raimondi, Filippini, Mozart, Bergvold, Vitale; Lucarelli, Tavano.

PRONOSTICO: 1 (1.80, bwin)

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Trezeguet e Iaquinta ko, Amauri in crisi (e squalificato). Juve sul mercato: Lanzafame sfuma, il Genoa offre l'attaccante argentino

TORINO
Cercasi attaccante disperatamente. L'infortunio numero 40 della stagione, che terrà Martin Caceres lontano dal campo per venti giorni, catalogato dal club come «distrazione di primo grado del muscolo semitendinoso» della coscia destra, non orienterà il mercato della Juve. Molti degli altri, però, sì. Soprattutto quelli in attacco, reparto nel quale per domenica contro il Chievo è arruolabile il solo Del Piero, a sua volta appena uscito - con i primi due gol della sua stagione numero 17 in bianconero - da un lungo tunnel.
Per questo sulla scrivania dei dirigenti di corso Ferraris ballano i dossier dei genoani Hernan Crespo, 35 anni a luglio, vecchio bucaniere del gol, e Raffaele Palladino, 26, ceduto due stagioni fa in comproprietà (ieri il suo agente, Beppe Bozzo, era a Vinovo). Ma anche quello di Robert Acquafresca, 22, spedito dai rossoblù in prestito all'Atalanta - dove gioca e segna poco - e già inseguito in estate. Tutte trattative imbastite nelle ultime ore, compreso il possibile ritorno di Michele Paolucci, 26, in comproprietà al Siena, adesso che è sfumato quello di Davide Lanzafame, 22, dal Parma. «Era tutto fatto», ha rivelato il suo procuratore Silvano Martina, ma ieri all'ora di pranzo la trattativa è saltata per questione di denari: il presidente gialloblu Ghirardi pretendeva, in cambio del prestito fino a giugno, la metà del portiere Mirante (26, in compartecipazione con la Samp), che la Juve valuta 1,5 milioni. Troppi anche per un giovane così promettente.
Così la Juve è stata costretta a ripartire da zero, ora che essendo ridotta ai minimi termini dovrà fare qualcosa anche in entrata (e a centrocampo) dopo le partenze di Tiago e Molinaro. Nonostante la riapparizione di Buffon («Il ginocchio è guarito e contro il Chievo tornerò in porta»), i convocabili della prima squadra per il Bentegodi saranno soltanto 14, contando anche i due portieri e Grosso, affaticato. Per questo, dopo aver battuto il Napoli in Coppa Italia, Ferrara aveva lanciato l'Sos: «Ora servono rinforzi».
Bettega, il vice dg, l'aveva rassicurato («Qualcosa faremo»), confermando che le scelte saranno dettate dall'emergenza: «La cosa migliore sarà recuperare gli assenti per infortunio». D'altra parte la società, dopo aver confermato il tecnico, è chiamata a mettergli a disposizione una rosa adeguata agli obiettivi rimasti (Coppa Italia, Europa League e qualificazione alla Champions) per non rischiare di bruciarlo di nuovo.
Il problema riguarda soprattutto l'attacco, con Amauri (squalificato) che da tempo è l'ombra di se stesso (appena 4 gol in 25 presenze stagionali), Trezeguet fuori un mese e mezzo (distorsione alla caviglia) e Iaquinta tutt'altro che recuperato nonostante siano passati 80 giorni dall'operazione al menisco del ginocchio sinistro, il doppio di quelli preventivati dal club. «In questo caso l'attesa sarà ancora lunga», confermava qualche giorno fa Ferrara. Il problema è che Vincenzone avverte dolore ogni volta che prova a forzare e all'orizzonte, se il guaio non si risolverà, si profila pure l'incubo di un nuovo intervento che gli costerebbe il Mondiale.
Crespo, giramondo del gol, è l'ipotesi più affascinante: il Genoa l'ha proposto alla Juve, preferendo cedere lui piuttosto che Palladino, ma Ferrara non sarebbe troppo convinto. Il tecnico vorrebbe risolvere l'emergenza con un baby, come sarebbe stato Lanzafame, poco ingombrante in uno spogliatoio già ricco di primedonne. Da qui i nomi di Paolucci e, per il centrocampo, di Ekdal (Siena) e Almiron. Già. La Juve ha chiesto pure lui, ma il Bari per ora risponde picche.

Fonte: lastampa.it

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ore 18,30 Udinese-Lumezzane
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Probabili formazioni:

UDINESE: Belardi, Basta, Ferronetti, Chara, Lukovic, Cuadrado, Inler, Lodi, Siqueira, Sanchez, Corradi.

LUMEZZANE: Trini, Zanardini, Bonatti, Romeo, Formiconi, Gritto, Faroni, Pintori, Ciasca, Marconi, Bradaschia.

PRONOSTICO: X/1 P/F (4.50, bwin)

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ore 16,00 Fiorentina-Chievo LINK 1

Probabili formazioni:

FIORENTINA: Avramov, Comotto, Natali, Kroldrup, Pasqual, Montolivo, Donadel, Santana, Gobbi, Mutu, Babacar.

CHIEVO: Squizzi, Frey, Morero, Mandelli, Mantovani, Iori, Ariatti, Hanine, Bentivoglio, Granoche, Abbruscato.

PRONOSTICI: UNDER (1.60, bwin) ; X con HANDICAP (3.50, bwin)

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ore 21,00 Lazio-Palermo LINK 1

Probabili formazioni:

LAZIO: Muslera, Diakitè, Stendardo, Radu, Brocchi, Baronio, Kolarov, Del Nero, Mauri, Floccari, Zarate.

PALERMO: Sirigu, Cassani, Kjaer, Goian, Balzaretti, Migliaccio, Liverani, Bertolo, Pastore, Budan, Miccoli.

PRONOSTICO: GOL (1.85, bwin)

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UDINE, 10 gennaio 2010 - Con Sergio Floccari la Lazio ha fatto davvero un buon acquisto, ma Totò Di Natale era e resta il capocannoniere del campionato: Udinese-Lazio vive sulle prodezze di due degli uomini più attesi e termina 1-1. Gli ospiti salgono a quota 20, i padroni di casa (che devono recuperare una partita) si portano a quota 19: entrambe le squadre restano nella parte bassa della classifica.

botta e risposta — De Biasi deve rinunciare a D’Agostino (contrattura) e dunque gioca la carta Sammarco in mezzo al campo. Ballardini invece esclude Mauri dall’11 iniziale e punta sul tridente Rocchi-Zarate-Floccari. E’ proprio quest’ultimo a mettersi in evidenza: dopo la doppietta contro il Livorno, al 16’ sovrasta Basta in area su un calcio di punizione dalla sinistra di Baronio e porta in vantaggio la Lazio, che non segnava in trasferta dal primo novembre. L’Udinese si organizza, nonostante la perdita di Domizzi per infortunio (entra Coda): tiene il controllo del gioco e pareggia al 27’. Perfetta la punizione trasformata da Di Natale, una conclusione a giro da 30 metri che si insacca nell’angolo alto a sinistra di Muslera. Il 32enne campano si conferma capocannoniere del campionato (12 reti, una più di Milito, e in appena 15 partite giocate) e diventa il miglior marcatore di tutti i tempi in serie A nella storia dell'Udinese: 67 reti, eguagliato Bettini. Al 38’ Sammarco ha la palla buona per portare in vantaggio i suoi e ribaltare completamente il risultato, ma Muslera salva.

finale accesO — La trama della ripresa non cambia: Ballardini, che non ricava molto da Zarate e Rocchi, sostituisce quest’ultimo con Mauri e torna al 3-4-1-2 che si pensava dovesse schierare alla vigilia. De Biasi invece prova a giocarsi forze fresche: Sanchez e Siqueira. Sono i padroni di casa (alla fine 18 tiri contro 6) a tenere in mano in pallino del gioco, ma per le occasioni vere, una per parte, bisogna aspettare il finale. Prima Mauri spreca clamorosamente a due passi da Handanovic, poi la conclusione ravvicinata di Siqueira esalta i riflessi di Muslera. Così finisce 1-1: e la sostanza del campionato, finora sotto le attese, sia dell'Udinese che della Lazio non cambia.

Fonte: gazzetta.it

Juve completamente travolta dal Milan: 0-3! 11/01/2010

Pubblicato da Andrea G. | lunedì, gennaio 11, 2010 | http://www.wikio.it , , , | 0 commenti »
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TORINO, 10 gennaio 2010 - E’ il Milan l’anti Inter. Ora è ufficiale: dopo lo scontro diretto tra le prime antagoniste batte 3-0 la Juve a Torino, con gol di Nesta e doppietta di Ronaldinho. Gestisce la partita da squadra che sa quello che vuole, riducendo i rischi al minimo, sfruttando i calci piazzati e crescendo alla distanza, pur senza mai forzare i ritmi. Ma basta e avanza contro una Juve sempre più in cerca di un’identità, e forse di un nuovo allenatore. Ferrara è appeso a un filo, il Cda bianconero gli aveva dato due partite per risollevare la squadra: a Parma è arrivato un successo sofferto, oggi però un passo falso, pesante per come è maturato, cioè dopo una prestazione scialba e poco convincente. E mercoledì, per la Coppa Italia, a Torino arriva il Napoli, in una partita dentro-fuori che mette in palio un obiettivo stagionale. Per i bianconeri le difficoltà sono anche ambientali, in prospettiva: il pubblico, disperato, nel secondo tempo ha attaccato giocatori, allenatore e società.

Gara tattica — Il primo tempo è molto tattico. Le squadre si studiano, e limitano i rischi al minimo. Poco gioco, e interrotto dai frequenti falli. La Juve è solida, ma in mezzo fa una fatica di Ercole a produrre gioco con la coppia di mediani Felipe Melo-Poulsen. Diego, pericoloso con un destro appena a lato, si muove molto: prova a cucire centrocampo e attacco, ma Amauri davanti è spesso anticipato dalla coppia Thiago Silva-Nesta. Il Milan è sornione: in mezzo Ambrosini si traveste da raccattapalle, sono quasi tutte sue, in avanti Borriello gioca di sponda. I più pericolosi sono però i difensori, e se Thiago Silva ci prova invano dalla distanza, Nesta trova il vantaggio su angolo.

Nesta gol — Lo calcia Pirlo da sinistra, Melo buca, sul secondo palo il difensore romano appoggia a porta vuota. Milan avanti. E ora con il quadro tattico a suo favore, e gli spazi per provare il contropiede. I rossoneri si fanno ancora pericolosi con Ronaldinho di testa (!) su palla inattiva e tengono a bada senza soffrire le velleità di rimonta bianconera che non vanno oltre un destro di Chiellini in mischia: Dida si salva in due tempi. All’intervallo è 1-0 Milan, che non ha incantato, ma ha saputo fare qualcosa di più, e soprattutto segnare. Il pubblico dell’Olimpico, infreddolito e sgomento, invoca l’ingresso di Del Piero.

Ferrara cambia — Nella ripresa avvio veemente della Juve, pericolosa però solo in mischia. Il pubblico contesta: non vede gioco e convinzione. Al 15’ entra Del Piero, esce Salihamidzic. Juve più offensiva, non c’è più tempo per temporeggiare. Due minuti più tardi esce anche Poulsen, ma in barella, infortunato. L’ennesimo bianconero k.o..Dentro De Ceglie, che si piazza sulla fascia sinistra di centrocampo, con Diego che parte dalla parte opposta, dove si perderà, defilatissimo. Ma quello che non cambia è l’atteggiamento poco convinto dei bianconeri, che non riescono ad ovviare alla magagne della manovra.

CHIUDE DINHO — Il Milan allora comincia ad osare. Cresce, prende coraggio e campo. Si rende conto che può chiudere i conti. E lo fa ancora su calcio piazzato. Corner di Pirlo da sinistra, Ronaldinho va di testa, una deviazione di De Ceglie non dà scampo a un Manninger sempre poco sicuro, stasera. 2-0 Milan. Che nel finale dilaga, ancora con Ronaldinho, ancora su azione d’angolo. Rossoneri a -8 dall’Inter con una partita in meno, Juve in crisi nera. Troppo brutta per essere vera.

Fonti: Gazzetta.it