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Trezeguet e Iaquinta ko, Amauri in crisi (e squalificato). Juve sul mercato: Lanzafame sfuma, il Genoa offre l'attaccante argentino

TORINO
Cercasi attaccante disperatamente. L'infortunio numero 40 della stagione, che terrà Martin Caceres lontano dal campo per venti giorni, catalogato dal club come «distrazione di primo grado del muscolo semitendinoso» della coscia destra, non orienterà il mercato della Juve. Molti degli altri, però, sì. Soprattutto quelli in attacco, reparto nel quale per domenica contro il Chievo è arruolabile il solo Del Piero, a sua volta appena uscito - con i primi due gol della sua stagione numero 17 in bianconero - da un lungo tunnel.
Per questo sulla scrivania dei dirigenti di corso Ferraris ballano i dossier dei genoani Hernan Crespo, 35 anni a luglio, vecchio bucaniere del gol, e Raffaele Palladino, 26, ceduto due stagioni fa in comproprietà (ieri il suo agente, Beppe Bozzo, era a Vinovo). Ma anche quello di Robert Acquafresca, 22, spedito dai rossoblù in prestito all'Atalanta - dove gioca e segna poco - e già inseguito in estate. Tutte trattative imbastite nelle ultime ore, compreso il possibile ritorno di Michele Paolucci, 26, in comproprietà al Siena, adesso che è sfumato quello di Davide Lanzafame, 22, dal Parma. «Era tutto fatto», ha rivelato il suo procuratore Silvano Martina, ma ieri all'ora di pranzo la trattativa è saltata per questione di denari: il presidente gialloblu Ghirardi pretendeva, in cambio del prestito fino a giugno, la metà del portiere Mirante (26, in compartecipazione con la Samp), che la Juve valuta 1,5 milioni. Troppi anche per un giovane così promettente.
Così la Juve è stata costretta a ripartire da zero, ora che essendo ridotta ai minimi termini dovrà fare qualcosa anche in entrata (e a centrocampo) dopo le partenze di Tiago e Molinaro. Nonostante la riapparizione di Buffon («Il ginocchio è guarito e contro il Chievo tornerò in porta»), i convocabili della prima squadra per il Bentegodi saranno soltanto 14, contando anche i due portieri e Grosso, affaticato. Per questo, dopo aver battuto il Napoli in Coppa Italia, Ferrara aveva lanciato l'Sos: «Ora servono rinforzi».
Bettega, il vice dg, l'aveva rassicurato («Qualcosa faremo»), confermando che le scelte saranno dettate dall'emergenza: «La cosa migliore sarà recuperare gli assenti per infortunio». D'altra parte la società, dopo aver confermato il tecnico, è chiamata a mettergli a disposizione una rosa adeguata agli obiettivi rimasti (Coppa Italia, Europa League e qualificazione alla Champions) per non rischiare di bruciarlo di nuovo.
Il problema riguarda soprattutto l'attacco, con Amauri (squalificato) che da tempo è l'ombra di se stesso (appena 4 gol in 25 presenze stagionali), Trezeguet fuori un mese e mezzo (distorsione alla caviglia) e Iaquinta tutt'altro che recuperato nonostante siano passati 80 giorni dall'operazione al menisco del ginocchio sinistro, il doppio di quelli preventivati dal club. «In questo caso l'attesa sarà ancora lunga», confermava qualche giorno fa Ferrara. Il problema è che Vincenzone avverte dolore ogni volta che prova a forzare e all'orizzonte, se il guaio non si risolverà, si profila pure l'incubo di un nuovo intervento che gli costerebbe il Mondiale.
Crespo, giramondo del gol, è l'ipotesi più affascinante: il Genoa l'ha proposto alla Juve, preferendo cedere lui piuttosto che Palladino, ma Ferrara non sarebbe troppo convinto. Il tecnico vorrebbe risolvere l'emergenza con un baby, come sarebbe stato Lanzafame, poco ingombrante in uno spogliatoio già ricco di primedonne. Da qui i nomi di Paolucci e, per il centrocampo, di Ekdal (Siena) e Almiron. Già. La Juve ha chiesto pure lui, ma il Bari per ora risponde picche.

Fonte: lastampa.it

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