LONDRA, 10 febbraio 2009 - Il tredicesimo confronto diretto con il Brasile non porta bene all’Italia. Che perde 2-0, messa al tappeto dai gol di Elano e Robinho. E così sfuma il record solitario di risultati utili consecutivi per Lippi, che si ferma a 31. L’Italia non ha brillato, ma è partita bene, ed ha giocato una buona ripresa. Semplicemente stasera si è trovata di fronte una squadra più forte, che ha giocato meglio, e a tratti benissimo. Un gol valido annullato a Grosso sullo 0-0 suscita un pizzico di rimpianto. Sarebbe stata una partita diversa. Ma in questa di spettacolo ce n’è stato in abbondanza, per la rivincita gli azzurri non dovranno attendere molto: a giugno, in Sudafrica, nella Confederations Cup.
SI VOLA - Il primo tempo decolla subito. Si vola sul tappeto morbido dell’Emirates, da una parte e dell’altra. Poi continuerà a farlo solo il Brasile. L’Italia segna subito. Prima Di Natale esordisce a Londra con un colpo di tacco, tanto per far capire che non ha paura di nessuno, poi Pirlo verticalizza per Grosso, che converge da sinistra e segna al volo. Rete che sembra una magia. E difatti sfuma subito. Troppo bella per essere vera. Colpa dell’arbitro Webb, che annulla per un fuorigioco che non c’è. Il terzino sinistro azzurro era tenuto in gioco da Marcelo.
BRASILE GOL - Il Brasile tira un sospiro di sollievo e segna alla prima palla gol, con una combinazione di grande tecnica rifinita da Robinho per Elano, che si libera di Legrottaglie e scavalca Buffon. 1-0. La Seleçao cresce. Tanto. Troppo per noi. I verdeoro prendono fiducia e cominciano a danzare sul campo. A volte esibendo numeri gratuiti, altre volte combinando fantasia e praticità. Robinho ruba palla a Pirlo - fino a quel momento il migliore degli azzurri - al limite, ubriaca di finte Zambrotta e supera Buffon con un diagonale. Gol brasiliano se ce n’è uno. Il Brasile rischia di esondare. Hanno tutti i piedi buoni, a cominciare dai centrali di difesa, la palla gira che è un piacere per gli spalti londinesi, dove tifosi brasiliani e italiani si mischiano persino nella "ola", come non siamo più abituati a vedere. Uno spettacolo nello spettacolo. Ronaldinho, che incanta, pur muovendosi il minimo indispensabile, su punizione calibra appena alto il suo destro. L’Italia rischia l’imbarcata, ma è brava a rialzare la testa nel finale di tempo. La carica la suona De Rossi, che impegna Julio Cesar. Gli azzurri soffrono, ottengono poco da Montolivo, e sulla loro fascia destra soffrono da matti, specie quando Dinho si allarga. All’intervallo è 2-0. Si sono divertiti Brasile e pubblico. L’Italia un po’ meno.
LIPPI CAMBIA TUTTO - Dentro Perrotta, Camoranesi, Rossi e Toni, i dubbi della vigilia. Fuori Montolivo, Pepe, Di Natale e Gilardino. Il Brasile resta quello. E chi si sogna di cambiar qualcosa? L’Italia spinge a inizio ripresa. Con Rossi a supporto di Toni. Che segna, ma dopo aver controllato aiutandosi con una mano. La gara nel finale si incattivisce: l’Italia non ci sta a fare da sparring partner, per niente, il Brasile a volte esagera nella ricerca del colpo ad effetto. Dunga e Zambrotta si beccano. Toni esalta il riflesso ravvicinato di Julio Cesar, sull’assist delizioso di Rossi. Niente da fare. E Julio Cesar si ripete su una punizione di un positivo Grosso. Il pallone non vuole entrare. Perdiamo 2-0.
Fonte: Gazzetta dello sport
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