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MILANO, 5 dicembre - Berlusconi padre vuole (e prende) tutti attaccanti, Berlusconi figlio vorrebbe (ma non può prenderli) anche difensori e centrocampisti. Se, nella disputa in famiglia, l’arbitro fosse un allenatore, darebbe ragione a Piersilvio. Che, deluso dalla partita, dalla sconfitta e dall’eliminazione dalla Coppa Italia contro la Lazio, ha detto: «Mercoledì sera il Milan mi ha deluso un po’, ma possiamo ancora vincere lo scudetto. Fin dai tempi in cui trattavamo Ronaldinho, sostenevo che bisognava rinforzare anche il centrocampo e la difesa». Perché l’attacco stava così bene che Berlusconi jr avrebbe assegnato il Pallone d’Oro non a Cristiano Ronaldo, ma a «Kakà». Il problema del Milan è l’equilibrio. Se Ancelotti vuole (anzi, è più giusto dire, se Ancelotti deve) giocare con Kakà, Ronaldinho, più una punta, più Seedorf, più Pirlo, a gennaio ha bisogno non di un difensore qualunque, ma di un grande difensore. E forse non basta.

LE PRIORITA' - Il Milan è una squadra spaccata in due, ha una forza d’attacco terribile, quando prende la palla ha una tale varietà nel gioco offensivo che è difficile da contenere. La fase opposta diventa invece una sofferenza. Solo Gattuso ha le caratteristiche adatte al recupero del pallone e non a caso la sua assenza porta il Milan verso la sconfitta. Quando è mancato, il Milan ha perso quattro volte su cinque, fra campionato e Coppa Italia. Per poter reggere, questa squadra ha bisogno di difensori (soprattutto centrali) in grado di sostenere l’uno contro uno. Ha bisogno di giocatori del livello di Cordoba e Samuel, Chiellini e Mexes, per ovvie ragioni irraggiungibili. Dall’inizio della stagione a oggi, Ancelotti ha schierato ben sette coppie centrali, ma l’unico rinforzo del settore, lo svizzero Senderos, ha potuto giocare solo due gare di Coppa Uefa e una di Coppa Italia. Arrivato in pessime condizioni fisiche a Milanello, non ha ancora recuperato in pieno. Sul recupero e il rientro di Nesta non si hanno notizie certe. Così i due ultratrentacinquenni, Maldini e Favalli, sono diventati indispensabili. Il capitano ha giocato 10 partite, altro che quarantenne da gestire; Favalli è già arrivato a 7 presenze. L’esperienza conta, ma quando ti trovi di fronte ragazzi come Cavani (gol di testa su Maldini) o attaccanti rapidi come Pandev (fallo da rigore di Favalli) diventa impossibile. Il Milan non ha scelta. Deve per forza migliorare la sua difesa, in attesa di sapere cosa ne sarà di Nesta.

Fonte: Corriere dello Sport

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