MILANO, 7 dicembre 2008 - All'ultimo cerotto il Milan raccoglie tre punti d'oro. A decidere la sfida contro il Catania è un gol di Kakà, deviato in porta da Stovini. Un guizzo in mezzo a una brutta partita con un finale rabbioso della squadra di Zenga che protesta al 90' per un fallo di mano di Kaladze in piena area, ritenuto involontario dall'arbitro Gervasoni. Alla fine vince il profilo più operaio del Milan che gioca molto alla Gattuso a discapito della fantasia. Il Catania fa il suo dovere, tiene il ritmo e si avvicina al gol, ma alla fine l'esperienza, nonostante le assenze, fa la differenza.
EMERGENZA - Non sparate sul pianista, verrebbe da dire. L'emergenza è ormai acclarata. Sette assenti: Bonera e Nesta, Pirlo, Ambrosini e Seedorf, Ronaldinho e Borriello. Inzaghi invece c'è, ma negli spogliatoi per non prendere freddo. E' stato precettato con il suo raffreddore da Adriano Galliani vista la penuria di attaccanti. Carlo Ancelotti, infatti, davanti a Kakà schiera per la prima volta insieme Pato e Shevchenko. Recupera Gattuso, è già è manna, schierato sulla mediana con Emerson e Flamini. Walter Zenga radiocomanda il suo Catania dalla tribuna per squalifica. Schieramento accorto con due punte di ruolo: Mascara e Paolucci.
KAKA' E GATTUSO - E scorrendo il film del primo tempo risalta molto di più la tenuta dei siciliani che difendono con ordine il reparto davanti a Bizzarri e si scatenano in attacco con i più classici contropiede. Il Milan gioca a tratti. Gattuso è il collante, Kakà il punto di riferimento. Pato se la cava bene e svaria che è un piacere. Sheva è come il Milan: intermittente. Dopo i pirmi 45' i rossoneri totalizzano dieci tiri, di cui 7 in porta. Almeno tre vengono neutralizzati dalla bravura di Bizzarri; gli altri sono solo timidi tentativi che non spaventano la squadra diretta per un giorno da Pino Irrera. Infastidisce, semmai, la capacità del Catania di sviluppare il gioco sulle fasce, soprattutto quella sinistra, da cui scaturisce la grande occasione di Mascara, il cui fendente va a sbattere sul palo alla sinistra di Abbiati. Tatticamente è un Milan confuso, che si aggrappa all'improvvisazione dei suoi brasiliani. Ma non può bastare.
SCOSSA - All'inzio della ripresa, Ancelotti dà una scossa al centrocampo, togliendo il claudicante Emerson per Favalli. Ma nel nuovo disegno del tecnico rossonero, il neoentrato si piazza in difesa al posto di Jankulovski che avanza sulla mediana. La giocata di classe di Kakà dopo un paio di minuti, sinistro a giro di poco alto, non scuote invece la squadra che inanella una serie di errori da far rabbrividire, soprattutto nel più banale cross. Il Catania gioca a memoria e al 18' si rinforza con Tedesco che rileva l'infortunato Terlizzi. Sostituzione che coincide con il vantaggio rossonero, preceduto dal miracolo di Bizzarri sulla punizione di Pato. Lo segna Kakà di testa, con la collaborazione di Stovini che tradisce Bizzarri. Entra la punta Plasmati per Biagianti perché Zenga non ci sta a perdere. Ma il Catania si apre esaltando le doti di Kakà, anche se è Mascara a mancare il pari per un prodigio di Abbiati che toglie la palla dalla porta al 29'. Kakà regala una nuova delizia e sfiora il raddoppio, ma è più pesante l'ammonizione di Gattuso al 35': giallo che non gli permetterà di giocare a Torino contro la Juventus. Il finale è di marca catanese; con quel "mani" di Kaladze al 90' che Gervasoni lascia correre. Sì, proprio tre punti d'oro.
Fonte: Gazzetta dello Sport
0 commenti
Posta un commento