MA, 6 dicembre 2008 - Se esistono antidoti e contromisure, qualcuno le tiri fuori: di questo passo il campionato potrebbe chiudersi a Natale. Il 3-0 con cui l'Inter abbatte la Lazio all'Olimpico è così perentorio da far rabbrividire. Classe e inaudita potenza fisica disintegrano i biancocelesti che alzano bandiera bianca dopo pochi secondi sul gol di Samuel. Prova di forza evidenziata alla fine del primo tempo anche con l'autorete di Diakite, perché a far impazzire è l'azione devastante di Ibra e Maicon. La rete nella ripresa dello svedesone è solo la ciliegina, la decorazione elegante che chiude il cerchio attorno all'ennesima strepitosa esibizione.
SCELTE - Delio Rossi lo sapeva: contro l'Inter i timori reverenziali possono risultare fatali. Ecco allora una Lazio spregiudicata, anche se un po' stanca dopo l'impresa contro il Milan in coppa Italia, con Foggia a fare il tridente con Pandev e Zarate. Rivoluzione poi in difesa, rispetto alle previsioni. A sinistra schiera un cursore offensivo come Kolarov. L'Inter invece allinea il suo infallibile rombo. Mourinho sceglie il meglio: Stankovic alle spalle del tandem offensivo Ibrahimovic-Cruz. Trio micidiale, soprattutto quando a supporto ci sono elementi come Cambiasso o Muntari, oppure cursori dell'altezza di Maicon e Maxwell o difensori centrali ai limiti della perfezione e insuperabili come Samuel. E bastano poco meno di due minuti all'Inter per sbrindellare la Lazio. Manovra di accerchiamento, biancocelesti schiacciati; cross dalla sinistra di Muntari con palla in mezzo all'addormentata e infreddolita difesa laziale, dove svetta Samuel: colpo di testa potente e palla che sfonda alla destra di Carrizo.
FORZA FISICA - La squadra di Delio Rossi impiega un po' per riprendersi, ma alzando il baricentro e pressando con più convinzione rientra in partita. Domanda lecita: è sufficiente per spaventare la prima della classe? Zarate e compagni ci provano, ma l'Inter limita tutto respingendo ogni tentativo. Elementare il gioco dei nerazzurri: controllo, possesso palla e ripartenze micidiali, all'insegna di uno strapotere fisico che ha pochi eguali al mondo. Classe? Da vendere. Ma anche tanto sacrificio e non è un caso vedere Cruz dare una mano alla difesa o uno Stankovic dannarsi per chiudere tutti gli spazi. Tra il 28' e il 31' Cruz e Pandev lasciano per problemi muscolari. Entrano Crespo e Rocchi. Il laziale convince di più, ma non incide come vorrebbe Rossi. Apre invece spazi l'argentino anche se il passo di un tempo sembra perduto. Ma ci sono geni pronti a colmare i vuoti. E' in pieno recupero che Ibra, il maestoso Ibra, inquadra Maicon e lo invita a nozze. Cross teso e autorete di Diakite, il migliore, fino a qul punto, della Lazio.
INVINCIBILE ARMATA - Inter micidiale e cinica che all'inizio della ripresa riparte con identico atteggiamento, mentre i romani, con Brocchi al posto di Dabo tentano timidi affondo. Alla Lazio non resta che mantenere alta la pressione, ma quando l'Inter innesta la quarta non ce n'è per nessuno. Come al 10', quando Cambiasso pennella il cross perfetto su cui si avventa il mattatore Ibrahimovic, in posizione dubbia. Ma l'inzuccata è imperiale: 3-0. E nonostante il gap devastante, i nerazzurri non mollano e continuano a pressare e correre, eseguendo alla lettera le indicazioni di Mourinho, insaziabile e incontentabile quanto loro. La Lazio non sta a guardare, ma la differenza è incolmabile. Ci prova Zarate a elencare i suoi numeri e Maicon apprezza. Ma ce ne vorrebbero almeno tre per fare male alla ormai invincibile armata di Mou. Niente di più.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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