FIRENZE, 8 febbraio 2009 - Un gol alla Gilardino, di puro opportunismo, e all'ultimo assalto la Fiorentina sale al quarto posto. Dopo un pari e tre sconfitte nelle ultime quattro giornate la Lazio sembrava a un passo dal risultato minimo al Franchi, che per la verità poteva anche stare stretto visto quanto accaduto nel primo tempo. E invece ecco il guizzo del Gila, ancora una volta decisivo, al penultimo minuto della ripresa. Da applausi in ogni caso la prestazione della banda Rossi, in 10 per oltre 70 minuti.
TRIDENTE DA SBALLO - Senza Rocchi, Delio Rossi trova una formula devastante con Pandev, Zarate e Foggia in attacco. Basterebbe contro chiunque, ma non se Sebastian Frey è in giornata di grazia. Il primo tempo è una specie di incubo per la Fiorentina, tenuta in piedi dal suo portiere e dal palo che respinge una punizione di Foggia. Visto che il centrocampo con Montolivo vertice alto, e Donadel interno sinistro, fatica ed è più svagato che efficace, il portiere vede arrivare pericoli da tutte le parti. Pandev (3') e Zarate (15' e 39') si presentano davanti alla porta come fossero in allenamento, ma davanti c'è un muro. Invalicabile.
IN DIECI - Nonostante le quattro gigantesche occasioni da gol, Delio Rossi torna negli spogliatoi senza soddisfazioni. Anzi, in realtà il tecnico rientra nel tunnel con un uomo in meno per colpa dell'ingenuità di De Silvestri (due ammonizioni in 6 minuti). L'assetto con Brocchi terzino e Kolarov al centro regge comunque. E fino alla metà del secondo tempo è proprio la Lazio a portare avanti il pallone.
PIU' VIOLA - Gilardino, fermato ingiustamente nel primo tempo per fuorigioco, si rimette in moto nella parte finale del match, ma Muslera inizialmente dimostra di avere qualità. I primi applausi del Franchi nascono con Dainelli fuori, Zauri in mezzo e Comotto a destra. E' tutta un'altra Fiorentina quella con Montolivo leggermente arretrato e Mutu e Kuzmanovic (poi Semioli) più larghi. Arrivano in serie chance importanti (soprattutto con Comotto) e c'è anche un contatto Semioli-Kolarov da rivedere.
IL GRAFFIO DEL GILA - Il secondo palo della Lazio porta la firma di Zarate, e l'ennesima deviazione-miracolo di Frey. L'argentino è l'unico a conservare energie sufficienti per il blitz in area viola anche se non è il giorno giusto per aprire una crepa. Dall'altra parte Mutu e Semioli si sbattono per approfittare della situazione di classifica favorevole, con il Genoa k.o. a Roma. Proprio da una conclusione del romeno nasce il colpo finale che stende una bellissima Lazio. Muslera, fino a quel momento bravissimo, respinge sui piedi dei Gilardino, che è un fulmine: ribattuta veloce, letale come spesso accadde quando c'è di mezzo l'ex milanista, al gol numero 14 in campionato. Un graffio che vale tre punti e un quarto posto su cui pochi scommettevano qualche settimana fa.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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