SAN PIETROBURGO (Russia), 25 novembre 2008 - Forse quella granata doveva essere gettata giù, nella pancia della metropolitana, stazione di Udelnaia, zona Nord della città. Città degli zar, neve, vento freddo, ore 8.39 di mattina: a quest’ora la metropolitana è ancora stipata di pendolari.
ESPLOSIONE - L’ordigno (una granata, secondo le prime ricostruzioni) esplode prima, in superficie, su un taxi che si è appena fermato davanti alla stazione. Sull’auto, una Lada, oltre al conducente viaggiano altre tre persone: due uomini e un bambino. Sarebbero loro tre vittime, i tre passeggeri. E restano gravissime le condizioni dell’autista del taxi. Tre morti e una bomba, nella città degli zar e di Putin. Succede tutto nella zona Nord, sei fermate di metro dal centro. Zona piuttosto anonima, se non fosse per un dettaglio: qui vicino si allena la squadra dello Zenit, la squadra di San Pietroburgo e dell’illustre tifoso Putin. La squadra che stasera, in Champions, deve affrontare la Juventus. Tre morti e una bomba nella mattina di San Pietroburgo che precede la sfida di Champions League tra Zenit e Juventus.
SICUREZZA RAFFORZATA - La squadra di Ranieri, ospitata in un albergo distante circa una decina di chilometri dal luogo dell’esplosione, viene avvertita di quanto accaduto solo un paio di ore dopo. Intorno alla sede del ritiro bianconero, il ministero per le Emergenze nazionali, dispone un immediato rafforzamento delle misure di sicurezza. E, a differenza della giornata di ieri, l’assoluto divieto di parcheggiare nel perimetro dell’hotel. "Aspettiamo comunicazioni ufficiali dall’Uefa", è la prima risposta che trapela dal clun bianconero. Uefa che fino a questo momento non ritiene ci siano i presupposti per rinviare la partita di questa sera al Petrovsky Stadium. Una richiesta che, invece, potrebbe essere avanzata dal governo russo: lo stadio può contenere 20.000 spettatori. Sì, rappresentano un obiettivo. Per questo, gli inquirenti russi, stanno cercando di comprendere in fretta cosa si nasconda dietro quella bomba. In attesa, pure, di un’eventuale rivendicazione terroristica. In zona è arrivato anche l'ex presidente russo Vladimir Putin, che si trovava al confine con la Finlandia per l'inaugurazione di una base militare.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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