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ROMA, 11 marzo 2009 - Ci mette il cuore, i cerotti, il cervello, la voglia. Ci mette tutto quello che ha, la Roma. Ma alla fine cade ai rigori contro l’Arsenal. Le resta la magra consolazione di essere stata l’ultima squadra italiana a lasciare gli ottavi di Champions League. E dopo l’errore decisivo di Tonetto le restano anche tanti, tanti amari applausi.

JUAN, CHE SERATA - Quando la partita inizia, all’Olimpico, gli occhi vanno subito sugli acciaccati, soprattutto su Totti e Juan: il capitano corricchia e dà l’idea di gestirsi, il brasiliano si produce subito in una gran chiusura che pare rassicurante. Poi, però, al 5’ calcia un pallone in fallo laterale, con rabbia, per farsi curare i fragili muscoli a bordo campo. Tutti pensano: "ecco, adesso esce". Invece, prima di cedere, rimane sul terreno di gioco ancora una ventina di minuti ed è proprio lui a trovare l’importantissimo gol dell’1-0 al 9’, sul cross rasoterra di Totti che taglia l’area di rigore.

PROTESTE GIALLOROSSE - La gara cambia e il 4-2-3-1 di Wenger, che all’andata aveva funzionato perfettamente, stavolta non produce nulla, sebbene sia interpretato dagli stessi protagonisti dell’Emirates. Neppure quando entra Baptista per Juan i londinesi riescono a mettere pressione sulla coppia centrale d’emergenza Diamoutene-Riise. Per tutto il primo tempo, i Gunners combinano pochissimo: Nasri è imbrigliato e Van Persie si fa vedere una sola volta, con un colpo di testa debole. L’occasione migliore è ancora giallorossa, con una doppia parata di Almunia su Motta e Taddei. Poi, un istante prima dell’intervallo, arriva l’episodio che fa infuriare tutto lo stadio: Clichy contrasta in area il lanciato Motta e l’arbitro Mejuto Gonzalez non concede il rigore. Materiale per la moviola, il penalty (discutibile) avrebbe cambiato ogni discorso.

BAPTISTA SPRECA - La ripresa comincia con i giallorossi ancora più carichi: due squilli di Totti con tiri da fuori area, ma anche un contropiede subìto di quelli che fanno male. Buon per la Roma che il passaggio di Eboue per Van Persie sia un pelo troppo lungo. L’Arsenal cresce e spaventa Doni con la testa di Nasri e il piede di Diaby, che però non inquadrano il bersaglio. Più passano i minuti, più aumenta il timore di incassare reti. Wenger, allora, si gioca la carta Walcott, ma è la Roma ad avere un clamoroso match-ball con Baptista, che si incarta al momento di buttare dentro il pallone recapitatogli da Totti. Così la sofferenza di prolunga e si va ai supplementari, non prima che Van Persie e Toure abbiano bloccato la respirazione ai tifosi dell’Olimpico con due chance in pieno recupero.

CEDE TONETTO - I primi 15 minuti di overtime trascorrono senza particolari sussulti, fatta eccezione per un tiraccio alto di Van Persie da ottima posizione. Nel secondo supplementare la musica non cambia: Doni blocca un rasoterra di Walcott, Totti calcia fuori dal limite e scocca l’ora dei rigori. La tensione tradisce Eduardo (grande risposta di Doni), ma anche Vucinic, che tira malissimo. Cinque penalty a testa non bastano per rompere l’equilibrio, si va a oltranza. Alla fine, i nervi cedono a Tonetto, che manda altissimo. La Roma esce dalla Champions, ma giù il cappello davanti al cuore dei giallorossi.

Fonte: gazzetta.it

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