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MILANO, 15 marzo 2009 - Distanze immutate. L’Inter respinge l’affondo della Juventus battendo la Fiorentina (2-0) con doppietta di Ibrahimovic. Nell’ultima partita giocata con la maglia celebrativa del Centenario, la squadra di Mourinho, espulso poco prima del secondo centro dello svedese, è riuscita a respingere i tentativi di recupero di Mutu e Gilardino. I punti di vantaggio sulla seconda, a dieci giornate dalla fine, restano sette. Il carico di fiducia, dopo aver evitato il contraccolpo da k.o. europeo, è molto più consistente.

IL PIANO - Prandelli aveva impostato la partita nel modo giusto. Il solito arsenale offensivo (Mutu-Gilardino) e un centrocampo a "T": Jorgensen davanti alla difesa per dare qualità alle ripartenze più Felipe Melo, utile sia come uomo radar nella zona di Cambiasso sia come pedina di disturbo nel punto più delicato del rombo interista, piazzato tra Kuzmanovic e Montolivo. Ma se giochi contro una squadra che domina la serie A da tre stagioni sul campo, fallire la Grande occasione complica anche i piani ben congegnati.

SUBITO IBRA - Sono passati 9 minuti quando Chivu buca l’intervento aprendo a Gilardino il corridoio giusto. La palla arriva a Mutu per un rigore in movimento, la conclusione è molle e centrale, pane per i denti di Julio Cesar. Nemmeno 100 secondi ed ecco l’1-0 di Ibrahimovic, pescato da Balotelli e fortunato nel rimpallo provocato dall’uscita di Frey sull’entrata al limite del gioco pericoloso dello svedese. La partita è tutta qui: assalto fallito e immediata stoccata di risposta. Letale.

CONTROLLO - Accomodatasi sul terreno più favorevole, l’Inter arretra di qualche metro adattandosi come un guanto all’avversario. Balotelli arretra spesso e volentieri come un tornante all’antica. Di fatto, al di là del diagonale di Stankovic vicino al bersaglio, Mourinho difende con tre uomini dietro Ibra e controlla la situazione. Gila resta una minaccia costante con i suoi inserimenti, senza comunque intaccare la sicurezza della linea interista.

LA RABBIA DEL GILA - A proposito di difesa, Cambiasso festeggia le 200 partite nerazzurre giocando il secondo tempo da centrale al posto di Chivu. In mezzo va Figo, terzo di destra in un assetto che perde qualcosa in equilibrio. Se la Fiorentina non guadagna subito il premio della sua superiorità territoriale, è comunque per demeriti propri. Mutu fa sbiancare di rabbia Gilardino per un contropiede 4 contro 3 chiuso con un diagonale largo dal romeno (62’). Diversa la considerazione sulla cannonata di Montolivo, precisa ma neutralizzata da Julio Cesar qualche minuto prima.

SAMUEL SALVA - Nell’ultima mezz’ora emerge la freschezza dei viola: Muntari fa una faticaccia a star dietro a Montolivo e in definitiva il contropiede gestito da Figo non è mai incisivo (l’unica eccezione è il tentativo di Maicon). L’Inter insomma va in apnea. E anche se Ibra chiede il rigore per un intervento di Kroldrup senza trovare il consenso di Orsato, subissato dai fischi del Meazza, la prima della classe è costretta a difendere il fortino. Julio Cesar resta in piedi con la collaborazione di Samuel (salvataggio da tre punti su Gilardino a porta spalancata).

TRIBUTO A MOU - E’ l’ultimo brivido che corre sulla schiena del portiere brasiliano, perché la Fiorentina lascia campo a Figo e Santon per due occasioni adatte al raddoppio interista. Clamorosa quella fallita dal baby terzino, ispirato da un’apertura di Ibrahimovic e protagonista indiretto dell’espulsione di Mourinho (per proteste dopo un fallo sul difensore). C’è comunque spazio per il sigillo su un successo più rotondo: arriva proprio mentre lo stadio accompagna l’uscita del tecnico con un boato che rende ancora più solida l’allenza tra il tifo nerazzurro e l’uomo di Setubal. E’ una punizione violenta di Ibrahimovic, con Frey non esente da responsabilità. Il colpo ad effetto che chiude la settimana aperta dall’amara sconfitta di Manchester.

Fonte: gazzetta.it

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